Per sua estrazione grammaticale, l’icona Univisual rientra nella classificazione di simbolo astratto e, come tale, i propri elementi comunicativi fondamentali risiedono nella sua forza di insediarsi nella memoria di chi lo osserva e di creare distintività per l’emittente rappresentato: in questo caso la società Univisual, appunto.
L’intenzione è stata di rappresentare, con questo simbolo, un ideale concetto di “perfezione” legato al modo di Univisual di intendere il mestiere di “brand advisor” e che potesse evocare e identificare il suo approccio consulenziale e progettuale: semplicemente rigoroso.
Nella sua composizione formale complessiva, il primo elemento è un cerchio (la perfezione geometrica per antonomasia), che viene diviso in tre (il numero perfetto) sezioni identiche, così che da ogni angolazione lo si guardasse fosse sempre uguale a se stesso: una sorta di simmetria a 360°.
Dalla perfezione piatta, si è pensato di seguire l’idea di Picasso e non limitarci a una visione bidimensionale e di integrare così anche quella tridimensionale. Aggiungendo tre piccole ellissi al centro di ognuna delle tre sezioni ecco un’immediata illusione ottica di estrusione della forma: ora l’icona può anche sembrare un cubo (altra forma geometrica primaria). Il passaggio, per esempio, da cubo a dado è breve; un dado tutto con facce uno, per rappresentare valori come l’unicità e la risolutezza.
Il corporate-name stesso, Univisual, composto da “uni” e “visual”, vuole dire infatti che partendo da un’ampia visuale, l’obiettivo è giungere all’unica soluzione possibile: quella più corretta.
Come per ogni marchio, anche la componente cromatica gioca un ruolo determinante. Quali colori sono indicati a rappresentare Univisual che, per mestiere, deve considerarli tutti mantenendo però una certa neutralità autoidentificativa? Ecco il perchè dell’argento (o grigio), del bianco e del nero. Si forma così un sistema cromatico che contempla la totalità dello spettro cromatico.
Il risultato finale è un simbolo dalla matrice ancestrale, divenendo nel tempo un indiscusso Tao del branding.