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7 Gen 2014

Buon anno da Univisual

Univisual propone le tre parole chiave per scardinare i rischi della crisi e aprire le porte a nuove opportunità.

Questo lungo periodo di congiuntura stimola il mercato a cercare nuove formule di ripresa, nonostante solo il 15% confidi in un miglioramento entro la fine dell’anno (Centro Studi Confindustria). Pochi però restano a guardare: la maggior parte delle aziende di tutto il mondo si è infatti attivata nello sviluppo di un piano strategico per il 2020, una data apparentemente lontana ma distante appena sei anni.

Il dato positivo che caratterizza questo inizio di decennio è la straordinaria dinamicità dell’innovazione, impegnata a superare le ristrettezze economiche e l’incertezza psicologica. La verità è che nulla tornerà più come prima perché questa a cui stiamo assistendo non è una crisi, bensì una specie di nuova “era glaciale”, dove è necessario evolvere per non estinguersi.

Tre sono le parole chiave necessarie per scardinare i rischi e aprire le porte delle opportunità:
– cambiamento
– internazionalizzazione
– condivisione

Assistiamo a un CAMBIAMENTO di portata strutturale, non circostanziale né estemporaneo. Diventa fondamentale intravedere questo critico stato delle cose e comprendere il genere di tale mutazione, oseremmo dire “genetica”. Di fronte a un cambiamento è obbligatorio cambiare, specialmente quel modus operandi che ha contraddistinto l’approccio al business degli ultimi vent’anni. Il paradosso è che l’esperienza acquisita non servirà granché: sono necessarie nuove visioni, totalmente dirompenti rispetto al passato, cercando di imparare da chi, andando controcorrente, ha puntato tutto su un “credo” da presidiare e perseguire.

Per quanto la globalizzazione ci abbia un po’ portato a rivalutare territorio e localizzazione, solo un miope non guarderebbe oltre confine. Allargare il campo d’azione è una necessità e non un desiderio. Una VISIONE INTERNAZIONALE obbliga inoltre all’autocritica costruttiva e a interrogarsi sulla propria identità e il proprio ruolo nella società.

Siamo nell’era della “comunicazione inversa”. Un tempo le aziende emettevano un messaggio e il “ricevente” lo incassava passivamente. Oggi, con Internet, è difficile controllare il flusso delle informazioni che, ormai, si trasformano e rischiano di ritornare come boomerang dall’impatto devastante. CONDIVIDERE se stessi – con trasparenza – e incentivare l’interazione con il proprio pubblico è una strategia premiante.

Il dictat è abbattere l’ipocrisia e non aver paura di esporre il proprio pensiero. Perché, come diceva Socrate: “L’opinione vera, in rapporto alla correttezza dell’azione, non è affatto una guida peggiore dell’intelligenza né meno utile della scienza”.

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