2 Feb 2022
Nell’articolo della giornalista Marialetiza Mele – dal titolo “Contenuti sponsorizzati per valorizzare il brand” – la rivista di economia e marketing specializzata nella filiera dei beni di largo consumo affronta il tema molto attuale sulle modalità di comunicazione delle marche.
Confrontando la pubblicità, considerata invasiva, con l’approccio preferito dal pubblico basato su messaggi ancorati ai valori aziendali, secondo la ricerca Getfluence i contenuti sponsorizzati su Internet sono più apprezzati rispetto ai banner e ai pop-up perché offrono informazioni utili e interessanti.
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«Oggi è fondamentale attivare una strategia di comunicazione brand-oriented – spiega Gaetano Grizzanti, fondatore e CEO di Univisual, esperto e docente di brand identity – il che implica prima di tutto un’evoluzione della cultura d’impresa, che non punta a vendere solo un prodotto ma principalmente una marca, attraverso una modalità di comunicazione da attivare in modo autentico per generare sintonia con il consumatore, il quale non deve sentirsi una predestinata vittima commerciale».
«Per essere “brand oriented”, un contenuto deve far emergere il modo d’essere e di pensare dell’azienda, evitando il più possibile l’autoreferenzialità: nel raccontare storie, per esempio, bisogna essere veritieri e credibili».
«Branded Content e Pubblicità hanno compiti diversi – continua Grizzanti – a un primo livello, con un contenuto in ottica brand, si coinvolge il consumatore creando sintonia; al secondo livello, una volta instaurata la giusta interazione con il pubblico, si può comunicare attraverso il prodotto. Il branded-content, quindi, non deve descrivere né informare, ma costruire una relazione».
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Da un sondaggio condotto da Brand News, il portale online sul mondo della comunicazione e dei media, sette aziende su dieci hanno investito in attività di branded-content.
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Quali saranno nel prossimo futuro i mezzi e i formati più utilizzati dalle aziende per il branded-content?
«Per cercare di coinvolgere un utente già sottoposto a un’estenuante quantità di messaggi e contenuti che oggi arrivano da medium tradizionali e digitali, è necessario rendergli la cosa meno faticosa ̶ risponde Grizzanti ̶ e, in tal senso, strumenti audio-video possono aiutare, se parliamo di comunicazione multimediale da diffondere nella Rete».
«Comunque, una via intermedia tra i mezzi tradizionali e quelli digitali potrebbero essere le Dem e le App, recuperando il vecchio concetto di direct-marketing verso un utente in sintonia con il Credo di un brand, accorciando così la filiera dell’interazione con il consumatore e ottenere un miglior r.o.i. dell’attività di branded-content: meno attività ma più mirata».
Largo Consumo – N. 1 / Gennaio 2022