15 Feb 2016
“Concepire il brand non solo come asset di comunicazione ma, principalmente, come concreto asset della strategia di business”.
È racchiusa in questa semplice frase tutta la filosofia di Univisual, società specializzata in strategia di marca e progettazione di sistemi di identità nota in Italia per aver realizzato progetti importanti – come la normalizzazione dei marchi Bancomat, la trasformazione dell’insegna Salmoiraghi & Viganò in una marca, il riposizionamento di Grandi Navi Veloci o la brand identity di Pampers BabyDry – e per svolgere consulenze per Organizzazione come Bayer, Casa Modena, Comune di Milano, Gruppo BPM, Imetec, Unicredit.
A spiegarci il senso del brand in questa particolare vision, è Gaetano Grizzanti, Ceo e fondatore di Univisual che, nel 2016, può vantare 30 anni di esperienza:
«I tempi sono cambiati, non solo dal punto di vista economico ma soprattutto sociale e, come qualsiasi ‘specie’ in evoluzione, anche il brand si deve adattare alla nuova realtà, diventando un’entità più connessa alla vita delle persone, con un linguaggio non solo legato agli aspetti puramente commerciali ma più in sintonia col consumatore».
L’approccio di Univisual si concretizza in un processo di condivisione dei fattori critici insiti in un progetto evolutivo e nel trasferimento di know-how al top-management delle aziende, con l’obiettivo comune di “trasformare il marchio in una marca” e di creare valore per gli stakeholder. È fondamentale allinearsi sui nuovi paradigmi del branding con il cliente, continua Grizzanti:
«Quasi fosse un individuo, il brand deve avere un proprio ‘modo di essere’ oltre il prodotto/servizio che rappresenta, un proprio credo con cui presidiare il ‘territorio mentale’ delle persone che, come è naturale, hanno una loro cultura, una loro memoria, un passo fatto di esperienze”. “è perciò importante arrivare a ‘far vivere’ il brand come se avesse tutte le caratteristiche di un essere umano e – ribadisce il Brand Strategy Director di Univisual – farne emergere virtù e personalità, con coerenza costante e senza tradire mai i propri valori per non destabilizzare il consumatore, il quale acquista un prodotto non più solo per funzione e prestazioni».
«La Brand Identity è una disciplina ben definita, oserei dire al pari della psicoanalisi o della psicologia: è infatti il lato irrazionale della mente umana che ci fa prendere una decisione e, dopo aver effettuato una scelta, inconsciamente la motiviamo con ragionamenti logici. C’è da dire che oggi i brand, con un carattere chiaro, non sono molti, un indizio su quanto la materia sia poco metabolizzata – prosegue Grizzanti – ed è per questo che le aziende faticano a perseguire i propri obiettivi di sviluppo facendo leva sul brand».
“Quanti marchi posso ‘fregiarsi’ del titolo di marca” è quindi il quesito:
«Essere una marca non significa essere famosi, bensì riuscire ad avere un ruolo nella società e un posto nella mente delle persone, oltre agli aspetti di mercato, pena guerra al prezzo e omologazione. Univisual aiuta le aziende ad allontanare, in termini ‘di senso’, il marchio dal prodotto/servizio, avviando il processo di costruzione di una marca dalla vita propria e quindi capace di attribuire quel valore aggiunto tanto agognato».
Tutto questo Grizzanti lo esprime nel suo noto libro ‘Brand Identikit’ (Fausto Lupetti Editore ndr) – un best seller oggi alla seconda edizione – precisando come il suo approccio tecnico non sia teorico ma estremamente pragmatico e orientato al risultato:
«Univisual non è un’agenza ma uno Studio professionale esperto nella competenza verticale sulla marca e sul marchio, non ci sono ‘account’ o ‘creativi’ ma un team che opera con una metodologia consolidata da centinaia di progetti svolti gomito a gomito con il management Direzionale dei clienti. Attività di analisi e strategia, naming e design, dall’advisory legale fino alla formazione: practice che compongono un’offerta calibrata per formulare interventi basati non sulle ‘richieste’ del cliente ma sulle opportunità e sugli obiettivi da raggiungere».
Questo articolo è ripreso dalla rivista “Pubblicità Italia” nr. 10 / Dicembre 2015 – Gennaio 2016
(TVN Group)