Il prodotto è importante, certo, ma data la loro facile “clonazione” non lo è più come un tempo. Quindi, se è vero che un prodotto – per avere successo – deve essere immesso sul mercato solo se si è sicuri che possa soddisfare un bisogno reale delle persone, è altrettanto vero – rispetto alle esigenze dell’individuo moderno – che vi è spazio per appagare bisogni più reconditi e inconsci.
Un brand, per sopravvivere ai cambiamenti del mercato e dei consumi, deve dotarsi di una personalità autonoma: paradossalmente svincolata dalle caratteristiche intrinseche del prodotto e dalle tendenze.
È difficile ottenere una unicità di marca quando, per esempio, si punta su una caratteristica organolettica (il profumo di un detersivo per pavimenti) o su una sensazione generica (il piacere di guidare un’automobile), perché si rischia che brand concorrenti vengano confusi tra loro, generando vantaggi per i competitor diretti.
Non siamo più nell’era della Realtà, bensì in quella della Percezione: non è vero ciò che è vero, bensì ciò che il proprio pubblico lo ritiene tale: il metodo Univisual è orientato a coinvolgere il target, creando una sintonia di pensiero senza che il consumatore si senta vittima di una proposta commerciale.